Manifesto


Chi è il pazzo che decide di inseguire i propri sogni a costo di rivoluzionare completamente sé stesso e la propria vita? O meglio, chi è il pazzo che non lo fa?
Al giorno d’oggi la comodità sembra sia sinonimo di felicità e l’avventura sinonimo di incertezza e incoscienza. Niente da dire a coloro che amano vivere fissi nel proprio paesino, con un bel lavoro e gli aperitivi dei venerdì-sabato-domenica sera, è una scelta di vita. Ma come si può pensare che questa sia la vita che il mondo ha in serbo per noi? Come si può rimanere confinati all’interno di questa enorme bolla di consumismo, locali e materialismo quando fuori ci sono infinite possibilità e meraviglie non a pagamento pronte ad essere scoperte, ad essere attraversate da una miriade di piedi nudi che viaggiano in nome dell’avventura?
Arriva il momento in cui qualcuno ti fa aprire gli occhi, ti trasmette una scossa così potente e così fuori dal comune che ti fa scoppiare quella bolla che ti stava comprimendo la testa, rendendoti sempre più sciocca e più ottusa, fino a quando perdi completamente il senso di te stessa e di quello che sei.
E’ quando questa bolla scoppia che ti rendi conto di quanto sei diversa in realtà e di quanto è presente in te il bisogno di sperimentare, scoprire, creare, affrontare un’università diversa da quella che tua madre vorrebbe che frequentassi, un’università della vita, all’aperto, tra i popoli e tra le culture.
Dopo che questa bolla scoppia prendi coraggio e vuoi far conoscere a tutti chi sei veramente, chi sei diventata e chi vuoi continuare ad essere e ti ritrovi in un labirinto di muri di pietra da scavalcare e che vogliono farti prendere una strada prefabbricata, sempre uguale, standard.
“Ma cosa stai dicendo?” “Ma sei pazza? Cosa vuoi andate a fare laggiù, che non troverai nulla?” “Ah parti così allo sbaraglio?”.
Si cancellano tutte le grandi aspettative che i tuoi genitori avevano di te e del tuo futuro, cancellata l’iscrizione all’università, cancellato il lavoro in ufficio, cancellata la classica strada di cemento che viaggia verso un’unica direzione per chilometri e chilometri. Ti ritrovi a fare a botte con quello che gli altri vorrebbero che facessi, professando la retta via.
Metti in chiaro cosa vuoi fare, lo scrivi sui muri col sangue delle ferite che gli scontri con un’altra mentalità ti hanno procurato; lo urli e lo incidi col fuoco sulla tua pelle. Prendi i biglietti, scegli i posti a sedere, quanti bagagli, organizzi le cose essenziali e sei pronta, ormai lo sanno tutti. Non ti resta che partire con chi ti ha aperto gli occhi, chi ha dato il via per farti diventare non grande, un gigante. Tutti ti augurano le miglior cose del mondo, ti scrivono, ti invidiano, ti acclamano come se stessi partendo per un’impresa eroica. Ma la cosa che ti riempie lo zaino delle emozioni è il fatto che c’è chi crede in te, nei tuoi progetti, nell’amore tra due giovani cuori che mai si abbandoneranno. C’è chi ha l’animo avventuriero come il tuo, nascosto e sepolto dalla monotonia, che si sente smuovere grazie solamente alle tue parole e all’immagine che offri del tuo futuro.
Questo è fare del bene. Questo è risvegliare la rivolta che dorme beata sul letto di casa. Questo farà fare dei passi avanti alla “Gioventù Bruciata” tanto temuta dal mondo dei grandi.
Io sono la rivoluzione. Nicola è la rivoluzione. Voi siete la rivoluzione. Noi siamo la rivoluzione. Svegliatevi come noi abbiamo svegliato il nostro spirito guerriero, lo spirito degli Indù, degli Shamani, degli Aborigeni. Non abbiate paura dell’ignoto e della scoperta: il mondo è la nostra casa.
Siate liberi di decidere per voi stessi, solo voi sapete qual è la strada che è stata scritta a nome vostro. Lottate.
Nicola vita mia, mi stai insegnando a vivere a piedi nudi e non con un anello di diamanti al dito.

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3 commenti su “Manifesto

  1. Chiara il said:

    Non posso che unirmi anch’io al coro delle persone che vi augurano il meglio per questa impresa di vita, dalla mia scrivania di neo-universitaria in cerca anche lei del suo posto nel mondo. Ci stavo pensando ieri, mentre guardavo fuori dal finestrino del treno. Troppe cose da vedere e troppo poco tempo per vederle. O meglio, troppo tempo sprecato in altre attività che ci portano via tanto e non ci lasciano niente. Sempre questo rumore di fondo che copre il senso ultimo delle parole.
    Non sono ancora stata capace di queste grandi rivoluzioni, ma nel mio piccolo ho cominciato questo percorso, percorso che circostanze e persone sembravano voler ostacolare a tutti i costi e invece…Sono ancora qui. Alla ricerca di quello che voglio. A costruire, tra i libri, linguaggi e culture diverse, il mio trampolino verso l’esterno.
    Magari un giorno ci incontreremo camminando a piedi nudi in qualche angolo di mondo. Ho l’impressione che, in fondo, io e te abbiamo molto più che un nome in comune.

  2. Toccareilmondo il said:

    Ognuno ha il potere di prendere in mano la propria via, di scegliere per sè stesso e di inseguire il proprio destino. Il segreto è ignorare il giudizio degli altri, portare avanti il proprio pensiero a costo di scontrarsi con un muro di giudizi che costruiscono una gabbia per topi. Tutti uguali. Insegui i tuoi sogni, dai il massimo in quello che fai e per raggiugere i tuoi obbiettivi. Spero di incontrarti in mezzo a miglioni di persone e riconoscere in te il volto dell’amore per l’avventura. Tutti dovrebbero essere un po’ Chiara! E grazie, davvero

  3. Katia il said:

    Sono arrivata a questo blog per caso, grazie a Nicola che ha postato il link su “viaggiare in solitaria”. E come mai sono iscritta a quel gruppo? Perché sogno da anni di partire alla scoperta del mondo, o meglio, di me stessa. Sono felice di essere arrivata a voi perché leggervi mi riempie di gioia, mi ritrovo in ogni parola e, in questo momento della mia vita, sto cercando la spinta per andare. Perché non è di soldi che si parla ma di coraggio, quello che ti fa decidere di mollare le tue sicurezze, seppur infelici, per portare il tuo cuore dove non sai. Ma con la curiosità e la voglia di riempire gli occhi e l’anima di cose belle e vere. Mi riempie di gioia e speranza vedere che, in una cultura votata al consumismo, ci sono ragazzi ben più giovani di me (io ho 34 anni) che hanno capito che la vita è una sola ed è e deve essere ben altro che aperitivo, tacco 12 e #andiamoacomandare. Sono felice per voi e vi mando un abbraccio grande come il mondo.
    P.S.: sono andata a curiosare su fb nel profilo di Nicola ed ho visto che ha studiato all’Alberghiero a Vittorio Veneto..proprio come me!

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