Buon compleanno Mrs Cestari


Sabato 30 gennaio 2016
Ore 13.05
Esco da scuola e mi incammino verso il tram che mi porta in centro per tornare a casa da scuola. “Ciao Giulia!…CIAO GIULIA!!!” “Ciao Chiara, ciao Nicola”
Cosa? Nicola? Ciao Nicola chi??
Mi giro e vedo una chioma di riccioli scuri che mi segue come un’ombra.
“Buon compleanno amore”
Mi aggrappo come un koala al suo ramo preferito.
“Dove andiamo ora? Cosa facciamo? Dai dimmi, dimmi la sorpresa!”
E’ da un mese che mi sta organizzando qualcosa per le mie diciannove primavere e sono così impaziente, sono sempre stata una tipetta impaziente che deve avere sempre tutto sotto controllo, che deve sempre sapere tutto perchè sì, sono curiosa e ora dimmi!
“Calma Chiara, non so quando dirti tutto, non so se dirtelo adesso o dopo o tutto assieme o una cosa per volta non lo so! Dove andiamo a mangiare?”
Saliamo in macchina
“Apri il cruscotto”
Due paninazzi con la cotoletta pronti da essere divorati
“Dove andiamo a mangiare?”
“Allo skate park OVVIO”
Partiamo, ci raccontiamo la mattinata, lo supplico di dirmi tutto mentre siamo ancora entrambi con la bocca piena di pane e cotoletta, ma ancora non è ora. Dobbiamo correre a casa e prendere una robina e poi saprò ogni cosa.
Mi dice di fare in fretta, il mio amore. Non c’è tempo, deve andare a lavoro alle 16.00, abbiamo poco tempo.
Saliamo in macchina, parcheggiamo lungo una stradina un po’ così, non mi importa è ora di sapere la mia sorpresa.
“Scendi”
“Dai ora dimmi tutto”
“Sono andato a lavoro alle 5 stamattina, ho finito alle 11.30 e ho fatto tutte le ore che dovevo fare oggi, non devo andare a lavoro pomeriggio”
“LO SAPEVO!!”
“Ora apri il baule”
Apro: scarponi da neve, zaino da escursioni selvagge, valigetta con tutto ciò che serve per buttarsi sulla neve… Andiamo in montagna!
Salto ovunque, rido tantissimo e mi sembra di volare. Ogni anno in inverno da quando ci conosciamo ci concediamo una giornata sulla neve e quest’anno ancora non c’eravamo riusciti. Era d’obbligo, dovevamo andarci, è tradizione di famiglia. Saltiamo in macchina e si parte, come un fulmine verso Falcade. Nicola si è informato e dovrebbe esserci tanta neve. Ha prenotato una stanza in un hotel carinissimo, un viaggio in miniatura ma pur sempre un viaggio. Ci avviciniamo sempre di più, stiamo programmando ogni cosa per queste quasi 24 ore insieme lontani dallo smog, dall’aria pesante, dal respiro affannoso. La neve ancora non si vede… non importa, ci sarà lo stesso un minimondo da esplorare.
Arriviamo, ci sistemiamo nella nostra camera numero 206. L’hotel, Hotel Pineta, non poteva essere un nido migliore, piccolo ma intimo, pulito, gente gentile, la camera tapezzata di verde bottiglia, una vista splendida, aria fresca.
IMG_20160130_163027
Ci ambientiamo, seminiamo tutto ciò che ci siamo portati dietro in ogni angolo della stanza, accendiamo la tv e mettiamo musica e cartoni. Ormai è come il nostro bungalow di Fuerte, è come la stanza di un ostello di chissà che paese del sud america che ci ospita momentaneamente per il nostro pellegrinaggio della Terra. Ci sentiamo a casa dopo soli cinque respiri.
“Svelta svelta vestiti bene che ora andiamo ad esplorare!” e armati di maglie termiche, tuta da neve, guanti e scarponi usciamo. Decidiamo di esplorare la prima pista che troviamo, mi mancava tantissimo la neve. Ci buttiamo, giochiamo come bimbi e dopo aver provato l’altalena di Heidi, dopo aver fatto amicizia con un gatto delle nevi e dopo aver pattinato sul ghiaccio senza pattini decidiamo di tornare a casetta. Domani dobbiamo esplorare ancora.

IMG-20160131-WA0013     IMG-20160131-WA0012 IMG-20160131-WA0017 IMG-20160131-WA0014

Uno dei compleanni migliori della mia vita finora. Sento scorrere nelle vene la felicità vera.
Sono le sette e mezza.
“Andiamo a fare colazione che poi dobbiamo lasciare la camera e andiamo ancora ad esporare!”
Prepariamo tutto, ci buttiamo in macchina, salutiamo la nostra casetta e partiamo.
“Ma non siamo più in provincia di Belluno… che cosa c’è dopo Belluno?”
“Ma no Chiara siamo ancora a Belluno!”
-BENVENUTI IN TRENTINO-
Arriviamo in un centro abitato a noi sconosciuto, c’è un sacco di gente che sta per buttarsi tra la neve con gli sci ma noi preferiamo inoltrarci nella magica e incredibile foresta di pini. Vediamo in lontananza una distesa di neve immacolata, un prato enorme nel bel mezzo del nulla. Non esitiamo e dopo aver raccolto un po’ di pino mugo partiamo e raggiungiamo il punto più al centro di questa immensa nuvola bianca.
“Buttati giù con me”
Mi butto a pancia in giù e siamo in agguato, siamo pronti a cacciare come due ghepardi nella Savana alla ricerca di una gazzella da divorare. Ma qualcosa frulla in testa a Nic. Inizia a impilare massi di neve per fare un igloo, che meraviglia, gli do una mano. Sta prendendo sempre più forma e…
“RAGAZZI! RAGAZZI CHE FATE Lì! QUELLO E’ UN LAGO!!!”
Alziamo la testa come due marmotte, cinque minuti di silenzio
“GRAZIE!!!!” urlo io alle tre donne.
Costringo Nic ad alzarci. Torniamo indietro. Veniamo a conoscenza che quell’immenso prato ricoperto da neve era un lago ghiacciato.

Lago di San Pellegrino
Lago di San Pellegrino

Una delle esperienze più sconvolgenti della mia vita.
Quanto ridiamo, quanto ci sentiamo liberi, parte di ciò che abbiamo intorno. Quanto ci sentiamo avventurieri.
E’ ora di tornare, salutiamo Falcade, salutiamo le Dolomiti, salutiamo il nostro lago e promettiamo di ritornarci quest’estate. E’ d’obbligo, chissà tra quanto potremmo ritornarci dopo la nostra partenza a settembre.
Nicola mi ha insegnato ad amare con tutto il cuore la montagna, i suoi spettacolari paesaggi, la bellezza del freddo sulla pelle, del puro ossigeno nei polmoni.
Non potevo chiedere niente di meglio per il mio compleanno. Niente di di più bello per passare nel miglior modo possibile il mio giorno. Con la persona che amo.
Abbiamo lasciato le nostre impronte anche qui.


Precedente Manifesto Successivo Spazio confronto