Scegliete la vita, fino alla morte. Il giro d’Italia in 80 giorni: missione compiuta!

E rieccoci, dopo 80 giorni, nella vita quotidiana, dove la porta di casa si chiude a chiave e non con una cerniera, dove i vestiti sono tutti ordinati in vari e comodi cassetti. Rieccoci dove tutto è a portata di mano.

Abbiamo portato a termine questa nostra missione, tornando a casa con un bagaglio di ricordi ed emozioni enorme e straripante. Emozioni che vorremmo condividere totalmente con voi prossimamente.

80 giorni fa siamo partiti da casa esattamente come se dovessimo fare una piccola passeggiata, senza certezze e senza sicurezze, passo dopo passo, abbiamo completato il giro. 5470km.
80 giorni di pure incognite: svegliarsi alla mattina senza sapere dove avremo dormito la stessa sera, camminare per ore senza la certezza di trovare un passaggio o di arrivare da qualche parte, proseguire senza la certezza di poter trovare del cibo, delle fontane.
Abbiamo passato la notte in tantissimi posti diversi, precisamente abbiamo passato 43 notti in tenda, 36 sotto un tetto, 1 in stazione e 1 nel giardino di una cooperativa sociale in compagnia di 20 senegalesi.
80 giorni in cui siamo riusciti a far emergere valori e sensazioni reali e a dir poco straordinarie.
Abbiamo percepito quanto sia meraviglioso poter mangiare qualcosa dopo aver patito la fame, dissetarsi dopo ore senza trovare una fonte d’acqua, sdraiarsi sotto un albero a godersi un riposo dopo 10 ore di cammino.
Cose probabilmente semplicissime e banali nel quotidiano contesto casalingo ma per noi sono state molto di più, un trofeo, percepire le vere sensazioni umane, sentirsi davvero vivi.

Ecco il frutto di 80 giorni di cammino e passaggi in autostop.
Ecco a voi la cornice di questa nostra avventura, iniziata il 10 aprile e terminata oggi, 28 giugno, che ci ha lasciato non solo ricordi ed emozioni ma anche tante tantissime cose da raccontare, da rivivere anche solo tornando indietro con i ricordi.
Vedere come questi 80 giorni si possano ridurre ad una linea come questa è pazzesco, ma soprattutto è pazzesco pensare di aver percorso questa strada con le proprie gambe o con l’aiuto di chi come noi viaggia o pensa da pellegrino!
Ci emoziona avere davanti agli occhi questa cartina, la prova concreta della riuscita di questa nostra impresa.
Ora che siamo tornati a casa possiamo dare ancora di più a chi ci circonda e a chi ci legge e ci segue, possiamo dimostrare con i fatti che se si vuole qualcosa si parte e la si ottiene, con forza, perseveranza e impegno. Tutto è possibile se solo lo si vuole, se solo si ha il coraggio di prendere la propria vita in mano e trasformarla in un’opera d’arte!

Grazie a tutte le persone che abbiamo incrociato lungo la strada, grazie a chi ci ha sostenuto da lontano anche solo dedicandoci un pensiero positivo, grazie a Nicola, grazie a me, grazie a Tias che non ci ha abbandonato un solo secondo di questi 80 giorni.

Siamo davvero tornati ricchi e soddisfatti. Il fuoco che ci stava consumando l’anima lo abbiamo lasciato ardere di vita offrendogli come tributo questa esperienza e ora non proviamo più quel senso di irrequietezza che ci faceva sentire fuori posto, ma anzi abbiamo voglia di ardere anche qui.
Siamo contenti di aver sfamato i nostri appetiti, di essere riusciti a dimostrare cose che molti credevano perdute, di aver colto il messaggio di Matias e di aver potuto farlo comprendere a molti altri.

“Il dono della vita è stato concesso a tutti noi, i suoi frutti prelibati sono a nostra disposizione e possiamo coglierli e gustarci il loro sapore in ogni momento e occasione.
Quindi non abbiate paura di sgarrare, di evitare qualcosa che vi sembra sbagliato, non abbiate timore di parlare con uno sconosciuto per chiedere anche solo un informazione, saziate la vostra curiosità, parlate agli anziani, vestitevi comodi, ascoltate musica, leggete, viaggiate, inseguite i vostri appetiti e date sfogo alle vostre emozioni per esprimere la vostra vera essenza e potervi identificare come un colore e non come un numero.
Provate a spegnere la televisione, sporcatevi le mani, dimenticatevi l’ombrello a casa, evitate di essere pignoli e di voler avere ragione poiché essa non esiste. Prendetevi in giro alla mattina, godetevi la sera, ascoltate, fate silenzio.
Non ci è stato concesso un tempo illimitato e soprattutto non siamo stati informati di quanto realmente ne abbiamo. Vale quindi la pena sprecarlo vivendo una vita che non ha una forma? Una vita che non può essere distinguibile e identificabile?
Non cercate la stabilità, di sistemarvi, evitate di essere schiavi delle abitudini e dell’etica.
Abbiamo scelto di alimentare il fuoco che sentivamo dentro, abbiamo scelto la vita.
Oggi sono 48 giorni che siamo allo sbaraglio.
48 giorni che ci svegliamo senza sapere dove passeremo la notte seguente. 48 giorni che partiamo e ci lasciamo spudoratamente nelle mani della sorte. Sono 48 giorni che vediamo posti meravigliosi, 48 giorni che conosciamo persone straordinarie. Abbiamo camminato per ore sotto il sole più cocente, abbiamo attraversato paesi durante tempeste e forti raffiche di vento. Abbiamo patito la fame, abbiamo sopportato il dolore, le vesciche, notti insonni.
Non ci pentiamo minimamente delle nostre scelte, a nostro parere stiamo conoscendo nel migliore dei modi questo paese, a contatto diretto con le persone del posto e con le loro abitudini. Abbiamo percorso quasi 3mila chilometri di cui 700 totalmente a piedi, abbiamo speso poco più di 50 centesimi mangiando avanzi di panifici. Ora siamo a Palermo e se solo penso a come siamo arrivati fin qui non dico che è stato un inferno ma godo delle splendide sensazioni che derivano dal raggiungimento di questo grande traguardo.
E c’è un motivo alla base di tutto questo, una persona responsabile di tutto ciò, una persona che ci ha fatto aprire gli occhi e che ci ha fatto imparare molto di più in un secondo che in 16 anni di scuola, una persona a cui dedichiamo questa nostra impresa. Quella persona è Matias. Che non perde occasione di farsi sentire o di darci una mano.
Ci hai insegnato la cosa più importante e noi ora, come te, scegliamo la vita, fino alla morte.”

Matias, Fuerteventura 2016

I nostri pensieri ora sono rivolti a tutte quelle persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto, vorremmo ringraziarvi tutti uno alla volta, da chi ci ha ospitati a chi ha anche solo semplicemente usato il proprio tempo per scriverci un “in bocca al lupo”. Siete stati tutti fantastici, ci avete dato forza e siete tutti quindi parte integrante di questo fantastico cammino.
Questa esperienza è stata resa possibile da voi, da chi ci ha fatto fare una lavatrice, dalla signora del panificio che ci ha dato anche solo un panino vecchio e duro, da chi ci ha dato un passaggio, da chi ci ha creduto, da chi si è fidato, da chi si è detto “be perchè no”, da chi a voluto aprire il cuore a due perfetti sconosciuti.
Siete stati meravigliosi e siamo davvero onorati di poter documentare tanto amore e dimostrare che il mondo non è come viene descritto dai telegiornali, il mondo è composto per lo più da persone pronte ad aiutare chiunque, da persone che voglio fare la loro parte mettendosi a disposizione.

Ecco perchè abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio senza soldi. Abbiamo conosciuto e gustato il cuore delle persone di questo nostro fantastico paese affidandoci radicalmente a loro.

Vi auguro di comprendere gli appetiti della vostra anima, di avere la forza di prendere decisioni drastiche, di capire la fragilità della vita e l’importanza del tempo.
Vi auguro di mettervi alla prova, di lasciarvi nelle mani dei vostri istinti, di spingere voi stessi agli stremi fisici e mentali. Avere un immagine definita della vostra coscienza è impossibile se prima non si comprende a pieno la vostra realtà. La completa espressione di noi stessi è essenziale per poter esistere in una forma originale dell’essere.

un abbraccio

Nicola e Chiara

Giro dell’Italia senza soldi – giorno 36 15/05/17 Aversa – Pompei

Ci svegliamo per l’ultima volta in questa casa meravigliosa, sveglia presto, Giusi ha preso il treno per andare a Roma alle 5, nonna Maria dovrà andare a scuola alle otto e nonno Franco prima di andare a lavoro accompagnerà Antonio al nido e me e Nicola in centro a Napoli.
Scendiamo e per colazione Franco scende a prendere delle brioches tipiche napoletane con la crema e l’amarena: squisite!!
Ce le mangiamo in tre bocconi, salutiamo Maria e siamo pronti, partiamo.

Accompagnamo il piccolino all’asilo e subito ci dirigiamo verso la stazione di Napoli. Rimaniamo bloccati nel traffico per un bel po’ e alle nove e mezza siamo di nuovo immersi tra la confusione di questa grande città.. nel frattempo mia sorella mi chiama e mi chiede di farle un piacere enorme: aspettare una sua amica che vive a Napoli e darle un bacio da parte sua. Non posso non accontentarla, è un modo per sentirla vicino sia per me che per la sua amica sebbene la strada per la nostra prossima meta Pompei sia lunga.. aspettiamo, alle dieci e mezza arriva e la blocco, lei è di corsa e pensava di trovare mia sorella, me la stringo forte e le do mille baci! Mi fa sentire bene fare questo piacere, poter aiutare in qualche modo qualcun’altro come veniamo aiutati noi da quando siamo partiti!
È ora di dirigerci verso Pompei, la prima tappa però è Ercolano, ci fermeremo li nella speranza di poter vedere gli scavi anche dall’esterno. Dopo aver camminato per 11 km arriviamo e fortunatamente avevamo ragione! C’è una passerella sopraelevata che mostra una bellissima vista dall’alto della cittadina e ce la gustiamo tutta.

Eraun sogno di Nicola di quando era piccolo vedere con i suoi occhi Ercolano e finalmente ci è riuscito!
Ci concediamo una pausa di un paio d’ore in un parco vicino agli scavi, ci distendiamo un po’ all’ombra, suoniamo qualche canzoncina con l’ukulele e pranziamo con ciò che la famiglia Puocci ci ha preparato. Che relax!
Alle tre e mezza circa ripartiamo, mancano 15 chilometri​ per raggiungere Pompei e lì ci stanno aspettando Paolo e sua mamma, i quali si sono offerti gentilmente di ospitarci per la notte.
Per la prima volta ci imponiamo una tempistica per raggiungere la cittadina: cinque km di cammino senza fermarsi seguiti da 20 minuti di pausa, tutto questo per tre volte. Dopo la seconda pausa iniziamo a sentire la fatica e il peso dello zaino sulla schiena e sulle gambe ma si sta facendo tardi e ci sembra scortese arrivare dopo cena.
Gli ultimi due chilometri sono strazianti quasi ma appena entrati a Pompei ci ritroviamo davanti agli scavi che, per quel poco che possiamo scorgere, paiono spettacolari.

Purtroppo ormai non possiamo entrare, sono le sette e mezza ed è tutto chiuso perciò ci limitiamo a fare delle foto proprio mentre il sole tramonta dietro le rovine ed è spettacolare!
Riprendiamo, manca un chilometro circa a casa di Paolo e finalmente eccoci arrivati. Saliamo nel palazzo in cui vivono e ci accolgono subito con la tipica atmosfera meridionale, super calorosi e disposti ad offrirci ogni cosa ci manchi. Per la notte ci sistemeremo in camera di Paolo e avremmo un bagno solo per noi, quindi ci facciamo una bella doccia mentre sua madre prepara la cena, pasta al pomodoro e hamburger con un po’ di peperoni al funghetto. Terminata la doccia ci sediamo a tavola, Paolo è andato via perché il padre della sua ragazza ha appena avuto un incidente ma a momenti saranno di ritorno entrambi.
Nel frattempo la mamma di Paolo ci dice di volerci far avere un dono per noi, come di usanza qui al sud per gli ospiti, e non sapendo che cosa regalarci si propone di pagarci l’entrata agli scavi. Cerchiamo in tutti i modi di farle cambiare idea, ci sentiamo in colpa in quanto è già di grandissimo aiuto la sua ospitalità e il fatto di poter cenare con loro ma non c’è verso, lei ormai ha deciso!
Arrivano anche Paolo e la sua ragazza, si cena. Tutto è squisito e non ci fanno mancare nulla, del Martini, del buon vino rosso, frutta, del limoncello fatto da Paolo e dei mini babbà!! Siamo super pieni, qui oltre ad essere un vero peccato rifiutare del cibo così buono, è anche visto come un’offesa al padrone di casa!
Ci tratteniamo a tavola per un bel po’, loro sono curiosi di conoscere meglio la nostra storia e ogni particolare del viaggio e della sua organizzazione, Paolo è un viaggiatore come noi e vuole essere preparato nel caso in cui volesse intraprendere un’avventura del genere!
Si è fatto tardi, la ragazza di Paolo è esausta, è appena tornata da un viaggio in Polonia, mentre io e Nicola sentiamo di poterci addormentare da un momento all’altro. Salutiamo tutti e ringraziamo ancora per la buonissima cena e per averci accolto! Qui la gente è fantastica…
Ci corichiamo, buonanotte viaggiatori!

Giro d’Italia senza soldi. Giorno 35 14/05/2017 Aversa

Ci si sveglia con calma, oggi andremo a visitare la grande Napoli, dono davvero curioso e spero di riuscire a vedere il più possibile.
Scendiamo per la colazione e ci mettiamo d’accordo sugli orari per andare e per tornare indietro. Ci porterà Franco, che deve andarci per lavoro e volentieri ci offre un passaggio.
Ci prepariamo e partiamo subito, il Vesuvio fa da sfondo a questo splendido paesaggio, gli da quel tocco leggendario.
Arriviamo a Napoli e Franco ci lascia nei pressi della stazione centrale, ci inoltriamo verso il centro, senza una meta principale decidiamo di girare “a naso”.
Non posso fare a meno di rimanere sconvolto quando noto quello che succede per le strade:  persone che sfrecciano coi motorini senza casco, alcuni addirittura viaggiano in 3 tenendo in piedi tra le gambe dei bambini o tenendoli addirittura in braccio, ci sfreccia davanti una coppia giovane, lei porta in braccio un neonato di pochi mesi. Sono paralizzato. Attraversiamo le strade e bisogna tenere gli occhi puntati in ogni direzione, i semafori sembrano essere solo un suggerimento e ogni secondo qualcuno suona il clacson per qualunque motivo anche banale. Ho mal di testa, ogni tanto qualcuno ci urla qualcosa o commenta al nostro passaggio. Mi ci dovrò abituare.
Ci inoltriamo nella stretta e lunga strada che porta al centro storico, su entrambi i lati della strada sorgono delle meravigliose botteghe che preparano specialità locali, i profumi sono una tortura e vorrei abbuffarmi di qualunque cosa su cui poso lo sguardo.
Andiamo in direzione Piazza del Gesù nuovo, Maria, una gentile ragazza che ha voluto farci un regalo, ci dice che c’è un pacco da ritirare presso un azienda storica che produce cioccolato da più di 120 anni. La Chiara va in fibrillazione. Raggiungiamo questa carinissima bottega e ritiriamo il pacco, è pieno di golosissimi dolci a base di cioccolato prelibatissimo. Ci fermiamo in piazza e assaggiamo qualcosa, è tutto delizioso, ringraziamo di cuore Maria, non era necessario ma apprezziamo decisamente.
Riprendiamo il “tour” e ci dirigiamo verso il porto, passiamo per la piazza del Plebiscito e per l’enorme Castel Nuovo.
Ammiriamo il porto, mi perdo mentre oso immaginare quante navi sono salpate e sono arrivate qui nel corso del tempo, quante persone sono passate da qui, pescatori, mercanti ecc. Che spettacolo.
Siccome ci troviamo in questa parte della città ne approfittiamo per raggiungere il Vomero, un quartiere collinare di Napoli dove si erge Castel Sant’Elmo.
Dopo una bella scarpinata in salita raggiungiamo le mura del castello e ci gustiamo la splendia vista sulla città. Solo ora si può davvero quantificare la grandezza di questa città, e il grande Vesuvio fa decisamente da padrone alla scena.
Scendiamo, il tempo comincia a stringere, riattraversiamo il centro e le sue splendide stradine e prendiamo la strada di casa.
Domani ritorneremo per proseguire il viaggio e cercheremo di vedere quello che ci manca.
Maria ci stava già aspettando con la macchina, e come una madre che va a prendere il figlio di ritorno da una gita scolastica ci chiede ogni cosa sperando ci sia piaciuto tutto. Che meraviglia.
Raggiungiamo casa, ci facciamo una bella doccia e scendiamo per la cena, ovviamente abbontante come sempre.
Ci perdiamo in chiacchiere anche sta sera, e siccome domani ripartiremo è giunta l’ora di salutare qualcuno.
Salutiamo la solare Paola, la vicina di casa che dopo averci regalato un libretto a testa ci da un forte abbraccio.
Salutiamo anche Giusi, domattina dovrà alzarsi presto per andare a Roma, la abbracciamo forte e la ringraziamo per aver reso possibile tutto questo, per averci fatto conoscere questa fantastica famiglia e per essere stata così disponibile.
Rimaniamo ancora un po a parlare con Franco e Maria che ci mettono in guardia su alcune cose.
Ora si è fatto davvero tardi, domani dobbiamo essere in forze per il cammino.
Andiamo di corsa a letto e crolliamo spudoratamente.
Buonanotte

Giro dell’Italia senza soldi – Giorno 34 13/05/17 – Caserta

Sveglia più tardi del solito, è dura alzarsi da un letto così comodo ma oggi non abbiamo troppa fretta. Franco, il papà di Giusi, accompagnerà me, Nicola, Giusi, il piccolo Antonio e Paola, un’amica di famiglia, alla reggia di Caserta e siamo impazienti di vedere con i nostri occhi la maestosità del palazzo reale più grande al mondo! Aiutiamo Giusi a preparare dei panini da portare per la giornata, saliamo in macchina e alle 11 si parte. Dopo un po di traffico tipico delle grandi città ci ritroviamo davanti alla reggia immensa e rimaniamo a bocca aperta: solamente vedendola dal vivo si può percepire la vera grandezza di questo edificio…

Entriamo ed io e Nicola ci separiamo da Giusi, Paola e Antonio; noi inizieremo la visita dalle stanze del palazzo reale mentre loro inizieranno dai giardini, il piccolino si sentirà più a suo agio tra il verde e la natura!
Entriamo e saliamo le scale che portano al primo piano e iniziamo il tour… Proseguiamo lungo un’infinita serie di stanze, tra camere da letto, sale di lettura, biblioteche, anticamere e bagni. È incredibile e affascinante vedere come quest’opera d’arte immensa sia stata realizzata secoli fa con mezzi decisamente inferiori e più semplici rispetto alla tecnologia dei giorni nostri.


Ammiriamo i soffitti così alti e decorati da dipinti e rappresentazioni precise e bellissime. Rimaniamo incantati di fronte a statue, statuette e lampadari sfarzosi, sontuosi e appariscenti che non possono passare inosservati insieme all’infinita quantità di legno e marmo utilizzati per realizzare il mobilio e per decorare le stanze.
Spesso Nicola mi chiede come facevano a vivere in una “casa” così grande, con stanze così dispersive ma bellissime.. Non so dargli risposta, soprattutto se si pensa che questo non era nemmeno la residenza principale!
Durante il percorso raggiungiamo un’area interamente dedicata ad un’esposizione di quadri e opere d’arte di qualsiasi tipologia, provenienza e anno, realizzati e donati proprio alla Reggia di Caserta… Una zona suggestiva e ricca di significati, che ci si impiegherebbe una giornata intera se solo si volesse osservare con attenzione ogni opera.
Dopo essere entrati a visitare anche la Cappella della reggia (presente ovviamente all’interno del palazzo), sfarzosissima e incantevole, scendiamo al piano terra e ci dirigiamo verso il teatro. È quasi ora di chiusura per questa zona della reggia, quindi ne approfittiamo e entriamo insieme ad un’altra coppia. Dopo aver attraversato alcuni tunnel e vicoletti ci ritroviamo sul pianerottolo principale che dà sul palco… È incredibile! È un mini teatro della Scala, ricoperto di decorazioni d’oro, con terrazzini in ogni angolo super eleganti. Uno dei custodi ci spiega che il telone del palco è uno dei teloni originali, ristrutturato grazie a dei fondi donati alla reggia da parte dell’attore Tom Cruise… Meraviglia!

Dobbiamo proseguire, è quasi l’una e ci manca da visitare la seconda e ultima parte della reggia, nonché la più estesa: i giardini!
Usciamo dalla parte opposta all’entrata e veniamo avvolti dalla luce del sole insieme alla maestosità e immensità dei giardini, curatissimi e incredibilmente estesi.
Nicola mi avvisa dicendomi che per arrivare al giardino inglese bisogna attraversare il vialone principale lungo tre chilometri… Enorme!!

Ci avviciniamo alla cartina che mostra i vari percorsi dei giardini e notiamo come siano davvero immensi e solcati da un infinito numero di viali, stradine e specchi d’acqua. Proseguendo verso ovest ci addentriamo in un boschetto che porta alla Castelluccia, un edificio utilizzato per finte battagli terrestri e successivamente per scampagnate e circondato da un canaletto. Poco più avanti, proseguendo verso il viale principale, ci imbattiamo in una sorta di laghetto artificiale, la Peschiera, adibito a finte battaglie navali. Come dal primo momento rimaniamo sbalorditi da questo spazio così immenso utilizzato anche solo per far divertire e far giocare i figli del re di Napoli!
Proseguiamo ancora e ci ritroviamo davanti a questi enormi specchi d’acqua, delle vasche lunghe decine di metri alimentate da delle fontane splendide.. La prima rappresentante due delfini con al centro un mostro marino, le successive con delle semplici cascatelle, una rappresentante delle figure umane insieme a degli animale e infine l’ultima, quella più in alto, raffigurante la leggenda della reggia: la figlia del re che, dopo essere stata scoperta a fare un bagno nuda, si trasforma in cervo.. Incredibilmente stupenda!

 

Nel frattempo ci ricongiungiamo con Giusi, Paola e il piccolino e decidiamo di terminare la visita al giardino inglese, anche questo gigante ricoperto da alberi di ogni tipo, piante, fiori e corsi d’acqua artificiali. Percorrendo la stradina arriviamo ai bagni di Venere, un laghetto nel bel mezzo della natura suggestivo e rilassante.

Pensare che la figlia del re si è fatta costruire apposta per lei un “bagno” in mezzo al bosco è fantastico, oltre che stupendo, insieme ad una piccola abitazione nel bel mezzo di un altro laghetto.
È ora di tornare verso casa, Antonio fa sentire la sua stanchezza e dopo aver constatato di aver percorso circa 20 chilometri decidiamo di rientrare. Maria, la mamma di Giusi, ci viene a prendere e dopo esserci fatti una bella doccia rinfrescante siamo pronti per la cena: gnocchi pomodoro e mozzarella, squisiti, seguiti da un polpettone di patate e prosciutto… Maria è una bomba in cucina!! Nel frattempo, come da tradizione di questo paesino e del sud in generale, la casa si riempie di gran parte del vicinato, incuriositi dalla nostra permanenza in casa e dal nostro viaggio.
Finito di mangiare infatti Maria e le sua amiche ci invitano a sederci con loro e iniziano a farci domande su qualsiasi cosa… Come l’hanno presa i nostri genitori, come facciamo a dormire, chi abbiamo trovato lungo il nostro percorso e così via..
Io e Nicola siamo felici e onorati di poter raccontare la nostra esperienza e soprattutto mostrare loro il nostro punto di vista su molti argomenti che qui al sud sembrano utopie o persino tabù.
Continuiamo ad essere fieri di ciò che stiamo facendo e di ciò che stiamo dando agli altri, che un giorno potrà forse essere di esempio a qualcun altro. Siamo riconoscenti nei confronti di tutte le persone che ci stanno offrendo il loro aiuto perché ciò che ci trasmettono farà per sempre parte del nostro bagaglio che ci porteremo in qualsiasi parte del mondo andremo.
Andiamo a letto stanchi, ma sempre più felici, passo dopo passo.
Buonanotte! Buonanotte sognatori!

Giro d’Italia senza soldi. Giorno 33 12/05/2017 Piedimonte San Germano – Aversa

Un dolce risveglio apre questa nuova giornata accompagnato dai canti degli uccelli. Giovanna è già a lavoro, che persona pazzesca, quanta energia.
Facciamo colazione insieme alla sorella che insiste per farci mangiare qualunque cosa, non c’è pericolo che patiamo la fame qui.
Mentre aspettiamo Giovanna rifacciamo il letto e prepariamo gli zaini perché oggi dobbiamo partire in direzione Caserta poiché lei ha chiesto ai suoi vicini se possono darci un passaggio dato che devono andare in ogni caso.
Non appena arriva partiamo e ci porta a visitare e a conoscere Montecassino e la sua meravigliosa abbazia. Sono circa 10 chilometri di salita e sarebbe stata un impresa farla a piedi, per fortuna abbiamo trovato lei.
Arriviamo e visitiamo tutta questa spetracolare e antica abbazia, costruita nel 529, è il monastero più antico d’Italia. Visitiamo il più possibile e ci godiamo lo splendido panorama che si può vedere da qua sopra.
Facciamo ritorno a casa e Giovanna prepara il pranzo sempre super abbondante, ho paura che più scenderemo e più ci faranno mangiare.
Nel primo pomeriggio ci incontriamo con Giovanni e Noemi, due simpatici ragazzi che ci seguono e che hanno voluto approfittare della nostra vicinanza per venire a fare due chiacchiere, entrambi impegnati con gli studi non sono mai riusciti a concedersi un viaggio o una semplice scampagnata di qualche giorno nonostante avessero qualcosa in programma. Ci fa piacere incontrare persone che credono in noi e ci ammirano, ci da ancora più grinta e voglia di proseguire.
Salutiamo questi due ragazzi e torniamo a casa, ci mettiamo a letto e approfittiamo di questo momento per scrivere e raccontare le nostre giornate. Dopo un oretta ci chiama il vicino di casa e ci dice che tra poco parte per Caserta, raccogliamo di corsa le ultime cose, ci mettiamo le scarpe e dobbiamo scappare, Giovanna non è ancora tornata e ci dispiace da morire non poterla salutare. Le scriviamo e diciamo alla sorella di abbracciarla da parte nostra.
Partiamo, lasciamo un pezzo di cuore anche in questa casa e in questa famiglia.
Dopo una chiacchierata raggiungiamo Caserta Nord e ci lasciano fuori dal casello, il più vicino per raggiungere casa di Giusi, una ragazza che ci ha scritto e che ci aiuterà in questa zona.
Cominciamo a camminare per raggiungere casa sua ma nemmeno 5 minuti e ci chiama dicendo che sta venendo a prenderci. Non ci credo, non ci permettono di fare nemmeno un chilometro, ci sentiamo male da quanto sono generose certe persone.
Dopo pochi minuti eccoli qui, Giusi, il suo pargoletto Antonio e i suoi genitori.
Tutti solari e felici di accoglierci come dei figli ci portano nella loro enorme casa, spiegandoci che in queste zone non essendoci nulla le case sono l’unico luogo di ritrovo per le persone e quindi necessitano grandi spazi.
Giusi ci concede il suo enorme “appartamento”, lei dormirà al piano inferiore coi genitori, non era necessario tutto ciò, ma sembra che il “no” non sia accettato da queste parti!
Facciamo una doccia e ci prepariamo per uscire, hanno deciso di portarci a mangiare la pizza in un posto speciale, ovviamente non possiamo rifiutare, perché non servirebbe a nulla e soprattutto perché la pizza da queste parti è di sicuro la migliore che si possa provare.
È molto particolare, ci spiegano che il proprietario abita al piano di sopra e praticamente ha trasformato il piano terra di casa sua nella pizzeria.
Prima della pizza ci portano un abbuffata di fritti deliziosi, non possiamo non assaggiare tutto. Arriva la pizza, uno spettacolo, deliziosa. Io miracolosamente riesco a finirla, Chiara non ce la fa proprio.
Torniamo a casa e ci perdiamo in chiacchiere fino a tardi, si sta così bene in queste famiglie, ci si sente davvero a casa.
È davvero ora di andare a letto, domani ci aspetta una lunga giornata.
Buonanotte!

Giro dell’Italia senza soldi – giorno 32 – 11/05/17 Verrelli – Piedimonte San Germano

È un mese e un giorno che siamo in viaggio. Ci svegliamo in tenda con il rumore dei nostri amici uccellini e con la luce del sole che ci avvolge. Oggi partiamo in direzione Cassino ma prima dobbiamo fare in modo di asciugare la tenda.. Fuori è bagnato ma anche se non ha piovuto si è formata un pò di condensa. Raggruppiamo le nostre cose e stendiamo il telo esterno della tenda sopra un ramo gigante non troppo alto. Il cielo è un po’ coperto ma inizia a fare caldo e tempo una ventina di minuti siamo pronti a chiudere la nostra casa. Zaino in spalla e si parte, ci inoltriamo subii nella stradina in mezzo alle campagne che la sera prima avevamo lasciato e che tra qualche chilometro ci farà sbucare nella nostra amata Casilina.
Nel frattempo troviamo per strada un paio di signori anziani che incuriositi ci chiedono cosa stiamo facendo, dove stiamo andando, e siamo così felici di poter raccontare loro la nostra storia! Rimangono stupefatti, ci fanno i complimenti e ci sentiamo lusingati di aver suscitato interesse anche in loro. Ripartiamo ancora più carichi! Vicino a Cassino ci aspetta Giovanna, la mamma di Tania, una ragazza che vive a Verona e originaria di Piedimonte San Germano e che ci segue fin dall’inizio; ci ospiterà appunto sua madre, che vive in questo paesino ai piedi di Monte Cassino.
Mancano circa tre chilometri per arrivare a Aste e imboccare nuovamente la Casilina, arriveremo a Piedimonte in serata in quanto l’autostop non sembra ancora funzionare in queste strade di campagna non troppo trafficate… Giovanna ci chiama, ci dice che vuole venirci a prendere ad Aste ma noi ci sentiamo in colpa, già ci ospiterà per la notte e non vogliamo essere d’impiccio ma lei insiste quindi ci diamo appuntamento al cimitero entro un’ora.
Tempo mezz’ora e ci ritroviamo davanti ad una macchina bianca che ci fa i fari e ci strombazza allegramente; è Anna, la sorella di Giovanna insieme all’altra loro sorella, che è stata incaricata di passare a prenderci dato che si trovava nei paraggi. Tempo di mettere la macchina in parte alla strada e super felice ci facciamo una foto insieme da inviare subito a Giovanna!! Ci ha trovati e subito ci dirigiamo verso casa.


Non possiamo non notare fin da subito la differenza di accento, siamo in Ciociaria ed è inevitabile rendersene conto! Io e Nicola ci guardiamo spesso durante il viaggio, le due signore tra di loro parlano nel loro dialetto e super veloci e noi non capiamo nulla! Dobbiamo abituarci ma è meraviglioso sentire le differenze linguistiche da un paese all’altro. Quando parliamo sembra perfino strano sentire la nostra cadenza, tutt’altro mondo!
Arriviamo a casa e subito veniamo accolti calorosamente da Giovanna, una signora gentilissima, un vulcano.

Dopo un’altra foto di benvenuto da mandare alla figlia Tania ci invita a farci una doccia, poi si pranza. Una bella pasta al pomodoro e salsicce ci aspettano, per non parlare degli antipasti che la precedono e il caffè finale. Che spanciata!!
Giovanna ci mostra un pò’ casa sua, è molto grande e per questo è divisa in più parti abitate dalla sorella e da due ragazzi che lavorano alla Fiat, che dista pochi metri. Ha un giardino molto grande e ci fa conoscere i suoi bellissimi cani, ne ha quattro di cui uno, Ascanio, che ha vinto il primo premio durante una sfilata. È una razza che mai avevo visto prima d’ora, ha un pelo foltissimo e morbidissimo! Siamo innamorati e proprio per questo ci porta a casa della signora che ha l’allevamento da cui l’ha preso. Rimaniamo incantati di fronte a questi cagnoloni così grandi e affettuosi…


Tornati a casa Giovanna ci avvisa che stasera andremo al ristorante dove lavora al weekend, mangeremo pizza e io e Nicola non possiamo essere più contenti! È da un mese che non mangiamo una bella pizza e Giovanna ci avverte fin da subito che la loro pizza è la più buona che abbia mai mangiato! Le crediamo sulla parola ma siamo super curiosi di assaggiarla. Ci prepariamo e dopo essere passati da un suo amico originario di Castelfranco Veneto (si percepisce un accento famigliare e qualche cadenza tipica veneta, che goduria!!) arriviamo in pizzeria. Ad aspettarci c’è un’altra amica di Gianna, nata e cresciuta in Africa ed è un piacere stare a tavola con due donne così frizzanti e vulcaniche come loro! È una continua risata e un continuo raccontarsi storie, Gianna ordina un antipasto di affettati e formaggi, già quello basterebbe come cena ma non possiamo rinunciare alla pizza. Io ordino una semplice margherita per gustarmi il vero gusto della pizza, Nicola, goloso, patate e salsiccia. Ci arriva questa pizza che solo a vederla mette l’acquolina in bocca!! Ce la gustiamo il più possibile, Gianna aveva ragione, è eccezionale!


Come dolce, non poteva mancare, Giovanna ha portato dei pasticcini provenienti dal Molise, deliziosi pure quelli e dopo il caffè ci alziamo da tavola super pieni! Un’altra mangiata!!

Capiamo che più al sud andremo più dovremo abituarci a queste mega porzioni!!!
È ora di andare a casa ma prima di coricarci Giovanna ci fa un’altra sorpresa. Va in camera e torna con in braccio un cassetto colmo di coperte.. Sopra c’è una dei suoi gatti insieme a tre gattini minuscoli!! Rimango estasiata ancor più di quando mi si è presentata davanti agli occhi la pizza, avranno 20 giorni e sono dei topini piccolissimi!!


Dopo circa un’ora di coccole decidiamo di lasciarli dormire e andiamo pure noi a letto… Siamo super sazi e felici di aver incontrato una persona come Giovanna pronta ad ospitarci e a cullarci nella sua casa e tra i suoi amici animali. Sarà un dispiacere salutarla domani ma non ci pensiamo ancora, ora ci aspettano dolci sogni.
Buonanotte!

Giro d’Italia senza soldi. Giorno 31 – 10/07/2017 Palestrina – Verrelli (Frosinone)

Anche sta notte abbiamo dormito splendidamente, ci alziamo tutti praticamente insieme e ci prepariamo per la colazione.
Jessica ha capito i nostri punti deboli e ci porta nel balcone di camera sua per farci ammirare il panorama, che vista splendida, ci vorrebbe sempre un buongiorno così.
Cominciamo a fare colazione e tra una risata e l’altra pensiamo già al tragitto da intraprendere per Frosinone.
Mettiamo a posto il divano letto, ricomponiamo gli zaini e salutiamo questa splendida casa.
Si parte, Jessica ci accompagna per il primo tratto fino a quando non ci salutiamo, è sempre molto commovente salutare certe persone, nonostante ci conosciamo da così poco è proprio come salutare un caro amico o un familiare, anche questa è pura essenza del viaggiatore.
Percorriamo un bel pezzo di strada, oggi dobbiamo fare 50 chilometri per arrivare a Frosinone e spero davvero di arrivarci.
Alla prima piazzola di sosta ci fermiamo, va sempre bene prendersi cura di se stessi invece di stra fare, meglio fermarsi più spesso per evitare stiramenti, vesciche, ecc.

Dopo un quarto d’ora ripartiamo e percokrriamo  una decina di chilometri, la strada è larga e poco trafficata quindi proviamo a fare l’autostop e dopo pochi minuti si ferma un ragazzo che ci aveva notati qualche chilometro prima e che ora è di ritorno e ci da un passaggio fino alla nostra cara Casilina.
Facciamo diversi chilometri e raggiungiamo una piazzola, ci fermiamo a mangiare qualche panino che ci è avanzato da ieri e giusto per vedere se abbiamo fortuna provo lo stesso a tirare fuori il pollice.
Ci va di lusso, una ragazza ci nota ma era troppo veloce, addirittura si ferma, torna indietro e viene da noi. È accompagnata dal suo piccolo pargoletto e dalla madre e stanno andando a fare spese, ci da un passaggio per una decina di chilometri e ci lascia allo sbocco di una rotonda dove magari è più facile fermare qualcuno.
Ironia della sorte, troviamo subito un altro passaggio proprio per Frosinone, un gentile signore che mi stupisce perché già dal momento in cui si è fermato e per più di metà strada ha parlato al telefono come se fosse del tutto normale caricare sconosciuti in macchina.
Dopo una chiacchierata arriviamo a destinazione , ci saluta con un grosso in bocca al lupo e riprendiamo il cammino. Siccome è ancora abbastanza presto decidiamo di proseguire verso Cassino ma decidiamo di prendere una strada decisamente meno trafficata perché per oggi abbiamo fatto già abbastanza strada e soprattutto abbiamo respirato aria decisamente sporca.
Prendiamo una strada molto stretta e in salita che si perde tra le campagne, pochi metri dopo averla imboccata si ferma un anziano signore in macchina e ci dice che è bello vedere ragazzi cosi giovani fare qualcosa del genere e soprattutto per strade così antiche e sconosciute.
Mancano 50 chilometri per arrivare a Cassino e sicuramente non ci arriveremo oggi anche per il fatto che qui passa una macchina ogni mezz’ora e se ci passa non è sicuramente per andare a Cassino. Ma qualcosa ripaga la nostra impresa, notiamo un enorme albero di ciliegie e in pochi secondi sono gia in cima come una scimmia e riempio un sacchetto, è così bello trovare ciliegie mature finalmente.
Ripartiamo e facciamo diversi chilometri e ogni paesino che attraversiamo, troviamo qualcuno che ci offre qualche verdura o qualcosa da mangiare, pazzesco.  Camminiamo ancora tra queste splendide colline ma per oggi è decisamente troppo e non appena cala il sole cerchiamo un posto per mettere la tenda.
Ed ecco qui, un bel campo isolato e trascurato con un piccolo corso d’acqua che crea un dolce sottofondo a questo spettacolo.
Mangiamo un panino che ci ha preparato con amore Jessica, facciamo qualche partita a carte e il sonno arriva da solo.
A domani.

Giro dell’Italia senza soldi – Giorno 30 09/05/17 Roma – Palestrina

Ci svegliamo con il tintinnio delle posate e delle tazze che Ignazio e Giovanna stanno preparando per noi. Mike dorme nel letto affianco al nostro e non appena mi sveglio ci alziamo tutti insieme. Oggi è il giorno della partenza, sia di Mike sia di me e Nicola e già dai primi minuti sento che sarà dura. Sarà difficile salutare Giovanna e la sua famiglia, sarà difficile lasciar andare via Mike ma soprattutto sarà difficile lasciare Roma e la sua poesia.
Finita la colazione non ce la sentiamo di scappare via, aspettiamo ancora un pochino; Nicola Mike e Martino iniziano a strimpellare con chitarre e ukulele, io mi offro di lavare i piatti e porto a Giovanna un sassolino ricordo che avevamo preparato il giorno del nostro arrivo.

È strano come si crei in così poco tempo un legame profondo. È strano come ci si senta in sintonia fin da subito, come se ci si conoscesse da sempre ed è ancor più difficile lasciarsi proprio per questo motivo..
È ora, dobbiamo partire, dobbiamo accompagnare Mike alla stazione e proseguire verso Frosinone, nella direzione opposta.


Dopo aver fatto qualche foto ricordo tutti assieme ci avviamo verso la porta. Ci abbracciamo e ci salutiamo, ci diamo l’in bocca al lupo a vicenda e sentiamo una stretta al cuore… Che emozioni.. quasi con le lacrime agli occhi scendiamo le scale del palazzo e proseguiamo verso Termini.
Arriva l’ora di salutare Mike, lui tornerà a casa, a casa nostra, e per la seconda volta le nostre strade momentaneamente si dividono. Che grande! È venuto a Roma solo per noi e ne siamo onorati… Ci stringiamo fortissimo con la promessa di rivederci presto e ripartiamo.


Ci dirigiamo verso il parco degli acquedotti e finalmente riusciamo a gustarci le prime ciliegie quasi mature. Mentre cerchiamo di accaparrarcele si avvicina un bimbo, Giovanni, che timidamente ce ne chiede una manciata e noi gliele diamo volentieri. Vorrebbe arrampicarsi sull’albero come Nicola ma piccolino per lui è ora di andare a casa e per salutarlo gli regaliamo altre ciliegie.

Dopo una decina di chilometri eccoci al parco, rimaniamo meravigliati di fronte ai resti degli acquedotti romani, ancora in piedi, ancora imponenti. Decidiamo di fare una pausa per mangiarci un panino che Giovanna ci aveva preparato e soprattutto per goderci un po’ quel panorama stupendo, in mezzo al verde e fuori dal tran tran quotidiano del centro di Roma.


Poco dopo ripartiamo seguendo la via Casilina, la seconda via Romana insieme alla via Appia, per lunghezza e importanza.. ci porterà direttamente a Frosinone!
Siamo quasi fuori Roma, dobbiamo oltrepassare il raccordo anulare e poi sarà più facile trovare un passaggio, qui le macchine sfrecciano a velocità assurde e non fanno caso a due pedoni come noi… Ad un tratto ecco che una giovane coppia sulla trentina si ferma, si offrono di portarci fino a Colonna dove la via Casilina riprende il suo corso. Dopo una decina di chilometri, tra chiacchere, risate e racconti, arriviamo a Colonna e ci salutiamo.
Proseguiamo e dopo un po’ di chilometri viviamo una delle esperienze più brutte di questo viaggio finora… Mentre percorriamo una strada sotto un cavalcavia sento un cagnolino che abbaia, sembra piangere ed è super agitato ma non lo vedo da nessuna parte. Ci avviciniamo alla parete inclinata che porta appena sotto il ponte, è lì ne sono sicura e probabilmente è stato abbandonato. Non me la sento di lasciar perdere, pensiamo a qualche soluzione al volo ma intanto sento di dover fare qualcosa. Inizio a risalire la parete e cerco di tranquillizzarlo a voce. Arrivata a circa 10/15 metri di altezza arrivo ad uno spiazzo che sta proprio sotto il ponte ma subito mi blocco: ci sono delle magliette stese e inizio a sentire la voce di un uomo che parla una lingua che non conosco. Sembra agitato e inizia a lanciare probabilmente sassi verso la parete e verso di noi… Fortunatamente non mi ha vista e io non ho visto lui ma capisco di essere in una brutta situazione perciò di corsa riscendo e raggiungo Nicola.. ci allontaniamo ma sento l’abbaiare del cane dentro la testa. Mi domando come una persona del genere possa costringere un animale a vivere in quel modo. Nicola propone di chiamare i carabinieri ma, certa che non sarebbe servito a nulla, ce ne andiamo.
Riprendiamo a camminare, arrivate quasi le sei decidiamo di fermarci e tentare di fare autostop per raggiungere un paesino dove poter mangiare qualcosa e accamparci. Dopo circa mezz’ora si ferma Valeriano, un ragazzo che sta andando verso Palestrina, un paese a 10 chilometri da dove ci trovavamo, non proprio di strada verso Frosinone ma qualsiasi posto va bene. Accettiamo e gentilmente ci facciamo lasciare in vecchio campo da calcio dove ci consiglia di mettere la tenda. Dopo esserci lasciati andiamo in cerca di un panificio e ne troviamo uno che sta proprio per chiudere; meraviglia, ci lascia pane, panini, pizza e focaccia che ci potrebbero bastare per due giorni interi e contentissimi ringraziamo, salutiamo e ritorniamo verso il campo. Proprio in quel momento ci scrive Jessica. Lei è di Palestrina, ama viaggiare e spesso lo fa con il suo fidanzato Emanuele! Ci dice che possiamo andare da lei per una pasta è una doccia, le diciamo che per la cena siamo apposto ma lei super disponibile ci invita comunque a casa sua! Che coincidenze!! Ci incontriamo a metà strada e ci porta nel suo piccolo ma stupendo nido, tra le stradine del centro storico di Palestrina e con una vista mozzafiato sulla cittadina e sul panorama circostante.
Dopo una doccia e dopo aver cenato insieme ci porta in un bar del paese specializzato in tiramisù…. Che goduria, gustarsi un buonissimo tiramisù ci mancava, veneti come siamo!


Torniamo a casa, è ora di riposare, è stata dura riprendere il ritmo della camminata con lo zaino in spalla dopo i quattro giorni liberi a Roma, ma siamo contenti. Abbiamo trovato una ragazza disponibile, aperta, con la felicità e la nostra stessa passione negli occhi!

Chiudiamo gli occhi e ci lasciamo cullare dal sonno…
Buonanotte!

Giro d’Italia senza soldi. Giorno 29 08/05/2017 Roma

Anche questa notte abbiamo dormito come se fossimo a casa. Questa famiglia ci sta cullando come se ne facessimo davvero parte.
Ci accomodiamo per la colazione, oggi purtroppo Giovanna non si sente molto bene, probabilmente qualche virus.
Ci prepariamo per la giornata, oggi dovrebbe venire a trovarci Samuele, il mio caro amico che ci ha ospitati il primo giorno, ha deciso di passare una giornata con noi e domani ritornare a casa, che matto.
Oggi inoltre ci incontreremo anche con un’altra persona molto importante, si tratta di Michele, un personaggio particolare che abbiamo conosciuto quando eravamo a Fuerteventura, è tornato a vivere in Italia e legge i tarocchi a chiunque interessato. Quando eravamo alle canaria Chiara si era fatta leggere i tarocchi da lui e devo dire che ha azzeccato tante cose.
Ci aspetta in piazza Maria Maddalena, vicino al Pantheon, e dopo un abbraccio e una lunga chiacchierata ci salutiamo perché è in arrivo il treno di Samuele.
Ci rendiamo conto che la strada per termini è piuttosto lunga e per arrivare puntuali approfittiamo dell’assenza dello zaino e cominciamo a correre.
Arriviamo in stazione ed ecco Samuele, ci diamo un forte abbraccio, si sprigiona una forte emozione, vederlo ci fa decisamente sentire a casa.
Ci dirigiamo verso piazza di Spagna, Samu ha bisogno di comprare una corda di una chitarra e li c’è l’unico posto aperto a quest’ora, una volta arrivati ne approfitta e compra anche un’armonia.
Ora siamo in cerca di un posto dove andare a suonare un po dato che è una nostra abitudine, mi viene in mente il circo massimo e credo sia perfetto.
Percorriamo tutto il lungo Tevere, una passeggiata rilassante e senza il caos del centro.
Arriviamo al circo massimo e dopo nemmeno 5 minuti abbiamo gia qualche strumento in mano e cominciamo a suonare qualcosa. Mi sento a casa, mi sembra uno di quei giorni in cui vado con Samuele da qualche parte in mezzo al verde a strimpellare.
Dopo un paio d’ore purtroppo il cielo comincia a coprirsi e dobbiamo tornare per la cena, siccome Samuele riparte domattina abbiamo proposto a Giovanna una sorta di “scambio”, se ci fosse stata la possibilità di far dormire anche Samuele a casa sua per questa notte lui sarebbe stato onorato di preparare una cena coi fiocchi come solo lui sa fare, lei col suo cuore enorme ha accettato subito e quindi senza perdere tempo ci siamo diretti a casa.
Dopo qualche minuto di camminata comincia a piovere, sembrerebbe solo di passaggio, troviamo ripariamo sotto un tendone di un bar e nel giro di pochi minuti smette.
Riprendiamo la strada con un passo più spedito e finalmente eccoci arrivati, Samuele viene accolto con un sorriso e gli viene spiegato dove si trova tutto quello che gli può essere necessario, che meraviglia, sembra che ci si conosca da anni, eppure in fin dei conti siamo degli sconosciuti.
Mentre prepara dei filetti di merluzzo io mi occupo del contorno e ricerchiamo le spezie e i sapori più appropriati come se fossimo degli scienziati, vogliamo sfruttare questa occasione al massimo e rendere tutto perfetto.
Quando tutto è pronto Ignazio si accomoda a tavola e non appena arriva anche Martino cominciamo a mangiare, è tutto buono, anche sta volta Samuele ha fatto magie. Peccato che Giovanna stia ancora male, mi avrebbe fatto piacere che partecipasse alla cena come per ringraziarla.
Passiamo il resto della serata a raccontare avventure e a goderci questi momenti, il tempo passa velocissimo e si è fatto tardi, domani abbiamo un bel po di strada da fare quindi andiamo a coricarci.
Buonanotte

Giro dell’Italia senza soldi – Giorno 28 07/05/15 – Roma

Ci svegliamo e per noi inizia il secondo giorno in questa meravigliosa città che è Roma. Come di consueto Giovanna e Ignazio ci offrono un’abbondantissima colazione e un panino con un frutto da portarci dietro, insieme ad un pezzo di torta preparata il giorno prima. Che meraviglia, oggi il sole splende e si prospetta una giornatina calda e accogliente.

Si parte, oggi sarà una giornata principalmente dedicata alla visita di chiese e basiliche e siamo super emozionati. Dopo i consigli di Ignazio della sera precedente su cosa andare a visitare siamo pronti a mettere in pratica i suoi insegnamenti e a notare i particolari di cui ci ha parlato.

Prima tappa: chiesa di San Giovanni in Laterano. Dopo aver passato un controllo al metal detector entriamo e rimaniamo meravigliati di fronte a tale maestosità.

Una delle particolarità di questa chiesa è l’effetto sonoro che si produce tra una colonna all’altra. Magicamente, se si scelgono le colonne giuste e si comincia a parlare il suono viene proiettato contro la parete della colonna opposta mentre al centro non si percepisce in alcun modo ciò che viene detto. Questa tecnica serviva durante le cerimonie per propagare la voce del parroco (o chi per esso) in tutta la chiesa ma veniva utilizzato anche dagli innamorati per darsi segretamente appuntamento per vedersi… Ovviamente io e Nicola non ci facciamo mancare l”occasione per provare questo trucco e funziona!! Un’altra particolarità di questa chiesa è che se ci si mette sulla navata principale al centro si può notare come l’altare sia leggermente spostato a sinistra, questo a causa di alcuni errori di calcolo durante la sua progettazione.

Ci lasciamo alle spalle questa monumentale opera d’arte e ripartiamo alla volta della seconda tappa: la basilica di San Pietro in Vincoli.

Qui vi sono conservate le catene di San Pietro ma immediatamente veniamo colpiti da delle raffigurazioni macabre di alcuni scheletri e dalla personificazione della Morte… Infine ci ritroviamo davanti alla statua del Mosè di Michelangelo, da poco restaurato per mezzo di alcuni giochi di luce prodotti artificialmente… È un incanto trovarsi davanti a questo enorme pezzo di marmo scolpito alla perfezione da un artista come Michelangelo. Ci concediamo qualche minuto per ammirarlo nella sua magnificenza e ancora ripartiamo. Abbiamo troppe cose da vedere ancora e non possiamo perdere tempo.

Terza tappa: Scala Santa. Entriamo in questo edificio probabilmente in ristrutturazione e coperto da mega teli di pubblicità della Samsung (…) e ci ritroviamo davanti ad una scala che si può risalire solamente in ginocchio. Inizialmente non capiamo il motivo di ciò, in quanto abbastanza ignoranti in materia di religiosità ma una volta in cima capiamo che teoricamente quella era la scala percorsa da Gesù il giorno del venerdì Santo durante il processo per raggiungere Ponzio Pilato. Notiamo così tanta devozione nei confronti di questa scala che addirittura una suora viene sgridata pesantemente per aver calpestato i gradini con i piedi…

Ci avviamo verso il Campidoglio, stra colmo di gente e turisti che fotografano il palazzo insieme alle enormi statue presenti in piazza. Rimaniamo continuamente estasiati dalle opere d’arte monumentali presenti in ogni angolo della città e ci convinciamo sempre più della bellezza della Capitale.

La nostra quinta tappa è il Teatro Marcello, un mini Colosseo ancora più vecchio di quest’ultimo, che ancora dopo secoli si erge maestoso davanti ai nostri occhi… Solo appoggiando la mano sulle pareti esterne si sente la potenza degli anni e della storia che questo momento tiene sulle spalle. È circondato inoltre da un grandissimo numero di resti romani e medievali.. che storie!

Ora tocca alla Bocca della Verità, ci dirigiamo verso il Circo Massimo ma la coda per entrare e infilare la mano nella cavità della bocca è infinita. Ci accontentiamo di vederla dall’esterno, riusciamo a rubare qualche foto senza nessun turista davanti e ripartiamo.

Settima tappa: il giardino degli Aranci. Riusciamo a raggiungerlo dopo qualche stradina in salita ma ne vale la pena. Entriamo in questo giardino ben curato, che trasmette una tranquillità assoluta, regna il silenzio e affacciandosi dalla balconata si può godere di una vista spettacolare dell’intera città. Meraviglioso, in qualsiasi zona della città ci si trovi si rimane ammaliati dal suo splendore.

Sentiamo una certa fame, decidiamo di fermarci e fare una breve pausa per sgranchirci le gambe e mangiare un boccone e pare non esserci posto migliore dell’isola tiberina, al centro del Tevere, denominata anche la culla di Roma in quanto vi è un ospedale dove vengono messi al mondo la maggior parte dei romani. Attraversiamo qualche ponte ed eccoci in una delle zone più tranquille della città, davanti ad un arco di un ponte romano ormai caduto per la maggior parte. Ci sediamo proprio sulla punta dell’isola e ci gustiamo il nostro panino insieme al pezzo di torta squisita di Giovanna.

Dopo un po’ decidiamo di rimetterci in marcia verso la riva opposta del Tevere e ci ritroviamo a Trastevere. Percorrendo le sue vie veniamo avvolti dai profumi dei piatti tipici della città, bancarelle in ogni dove e botteghette. Raggiungiamo Piazza Campo dei Fiori, è ricoperta di bancarelle e stand di un mercato coloratissimo e super profumato. Ci concediamo un bel giretto e via si riparte verso la nona tappa: piazza Navona.

Anticamente questa piazza veniva riempita d’acqua e utilizzata per organizzare delle battaglie navali e non appena ce la ritroviamo davanti rimaniamo sbalorditi.. come può essere che i romani, per noia, potessero organizzare dei giochi del genere! Rimaniamo continuamente stupefatti.

Ormai il nostro secondo tour della città sta giungendo al termine. Non ci resta che visitare la chiesa di Sant’Ignazio; ci armiamo di cartina e iniziamo ad orientarci… Nel frattempo non posso non fare a meno di notare che proprio vicino alla chiesa vi è una via che porta il mio cognome, la via de’ Cestari e super felice decidiamo di andarci per vederla con i nostri occhi. Il mio cognome infatti non è molto comune e ritrovarlo in una via è un’altra sorpresa! Mentre ci avviciniamo ci imbattiamo nella via di Santa Chiara e non è possibile, proprio all’incrocio c’è la via de’ Cestari, che stavamo cercando! Ho trovato il mio posto nel mondo, tra via de Cestari e via di Santa Chiara!! Immortaliamo il momento e subito dopo eccoci all’ultima chiesa della giornata.

La chiesa di Sant’Ignazio è famosa per la sua finta cupola, entrando, infatti, e guardando il soffitto sopra l’altare sembra proprio essercene una ma non appena ci si avvicina ci si rende conto che è solamente un effetto ottico dato dalla perfetta riproduzione di una cupola dipinta. Che genialità, ma soprattutto è inevitabile riconoscere l’abilità che gli artisti del passato avevano nonostante i mezzi di cui disponevano.

Lasciamo alle nostre spalle lo sfarzo di questa chiesa e ci dirigiamo verso casa. Dobbiamo fare in fretta, si cena prima del previsto perché Martino, il figlio di Ignazio e Giovanna, vuole portarci a vedere Roma di notte. Sarà un incanto, ne siamo sicuri.

Cena a base di salsicce e verdura, tempo di una doccia e siamo già per strada. Raffaella, la ragazza di Martino, ci sta già aspettando e dopo esserci presentati ricominciamo la passeggiata. Ci portano al Pincio, da cui si può ammirare un’altra meravigliosa vista sulla città e proseguiamo attraverso stradine, piazze e locali fino ad arrivare al maestoso Colosseo che di notte ci mostra ancor più la sua potenza.

Tra un giro e l’altro oggi abbiamo raggiunto il record di chilometri, 40 in un solo giorno! La stanchezza si fa sentire quindi ci indirizziamo di nuovo verso casa… Siamo stanchi ma contentissimi, abbiamo visitato la maggior parte dei posti qui a Roma in soli due giorni sebbene non basti nemmeno un mese intero per toccare ogni angolo della capitale.

Ci buttiamo a letto felici, domani è un altro giorno!

Buonanotte